1. Contesto
L’azienda agricola pilota di Siruela dehesa de Siruela si trova nel comune di Siruela, nella provincia di Badajoz. Il Comune di Siruela è il proprietario della tenuta, che si estende su una superficie di 7.500 ettari. La dehesa si trova in gran parte all’interno della RN2000. La tenuta ha una gestione comunale, in cui diversi agricoltori e allevatori del comune affittano appezzamenti della tenuta per il loro sfruttamento su base annuale. L’azienda è suddivisa in aree con colture cerealicole e aree incolte per il pascolo delle pecore. La rotazione delle colture viene effettuata ogni quattro anni. C’è un’area della fattoria che non è adatta alla semina, essendo utilizzata solo come pascolo permanente per l’allevamento.
L’habitat della dehesa in generale è piuttosto degradato, con una scarsissima rigenerazione degli alberi e una macchia praticamente assente. I lecci sono molto vecchi.
Già durante la precedente visita all’azienda, nella primavera del 2022, sono stati individuati alcuni elementi e luoghi interessanti per l’attuazione delle azioni del progetto:
– La dehesa è attraversata nella sua parte settentrionale da un tratturo reale (non ancora delimitato) che il Comune vuole recuperare (Vías pecuarias ha richiesto loro di intervenire in diverse occasioni). Quest’anno si prevede di installare una recinzione per delimitare il tratturo per diversi chilometri. Questo è un elemento che può essere preso in considerazione nel progetto.
– Esiste la possibilità di riservare un’area della tenuta (estensione da considerare in base al budget e all’accordo con il Comune), nella zona di pascolo permanente non coltivabile, per concentrare diverse azioni di rigenerazione, piantumazione di isole di macchia biodiversa, naturalizzazione di laghetti per il bestiame, rifugi per la fauna selvatica, ecc.) Quest’area potrebbe essere recintata perimetralmente per garantire la protezione dal bestiame e dagli animali selvatici e per agire al suo interno. In quest’area possono essere inclusi piccoli stagni per anfibi e rettili (azioni di miglioramento dei punti d’acqua).
– È stato individuato uno stagno zootecnico esistente in cui si propone una naturalizzazione e lo studio di un modello per il miglioramento di uno stagno zootecnico.
2. Azioni
A seguito delle due visite, gli interventi specifici da attuare in questa azienda agricola in relazione alle azioni C1, C2, C3 e C4 sono definiti di seguito:
2.1 Azione 1
Sfruttando l’elemento del canale di scolo e cercando di valorizzarlo e condizionarlo per renderlo conforme alle normative, si realizzerà il seguente lavoro:
– Si interverrà sul margine destro dello stesso, nel tratto che il Comune intende recintare (approfittando del fatto che il margine sinistro verrà cablato dal Comune, in modo che con la nostra azione un tratto dello stesso sarà perfettamente delimitato e protetto). Inizialmente sono stati proposti 2,5 km di intervento lineare, ma questa lunghezza sarà modificata in sede di valutazione finale del budget. Alcuni metri saranno lasciati a distanza dalla strada per evitare la sua influenza sulla parte iniziale.
– In quest’area, si creerà un crinale discontinuo, rispettando aree di pietra, corsi d’acqua, ecc. e un recinto parziale con un pastore elettrico (sul margine sinistro), piantando una siepe biodiversa in una disposizione lineare sul crinale, insieme a ghiande incapsulate, all’interno del recinto.
– In questa struttura lineare saranno installati alcuni stagni temporanei per anfibi, sfruttando le aree di deflusso (il crinale è discontinuo nelle aree di deflusso e queste aree possono essere utilizzate per creare piccoli stagni temporanei per anfibi).

2.2 Azione 2
Naturalizzazione dello stagno e sperimentazione di un modello di stagno zootecnico con accesso al bestiame trasferibile ad altre aziende: nello stagno selezionato nella prima visita, verrà realizzata una recinzione parziale, riservando solo un’area dello stagno e consentendo il libero accesso al bestiame nell’altra area non protetta. Dato che il progetto prevede la naturalizzazione attraverso un modello di recinzione completa in altre aziende, qui studieremo una recinzione parziale con accesso al bestiame in una parte di essa, per vedere come si evolve lo stagno rispetto agli altri modelli.
– Il recinto sarà realizzato nella parte più ripida dello stagno, dove si trova il muro di terra che delimita lo stagno su un lato e il suo drenaggio. Si tratterebbe di circa 200 metri lineari di recinto, all’interno del quale verranno piantate alcune specie legate alle aree acquatiche, alla macchia, ecc. in modo che possano insediarsi in questa zona, approfittando della protezione.
– Nella zona non protetta, meno profonda, che sarà lasciata libera per l’abbeveraggio del bestiame. Si propone di installare isole “tipo” di macchia nella zona non alluvionale (seguendo la proposta concordata nell’incontro con l’IRNAS), protette dal bestiame (box). L’ideale sarebbe installarne 10, in modo da costituire un altro punto di sperimentazione del modello delle isole di macchia, oltre a quella che collocheremo nell’area protetta della misura 3.


2.3 Azione 3
Area di riserva. Per raggiungere un adeguato equilibrio di bilancio ed evitare costi eccessivi per la recinzione (con l’obiettivo di avere a disposizione un po’ di denaro in più per migliorare le piantagioni, gli stagni, i crinali, le siepi, le isole, …) saranno recintati almeno 1,5 ettari (circa 500 metri lineari di recinzione). All’interno di quest’area, verranno realizzati i seguenti interventi
– Creazione di canali di scolo nelle aree più favorevoli.
– 10 isole di macchia secondo il modello proposto dall’IRNAS. Nel caso in cui le isole debbano estendersi su un’area superiore a 1,5 ettari, è possibile considerare di togliere alcune isole da quest’area di riserva e proteggerle singolarmente.
– Miglioramento del laghetto per il bestiame (senza accesso al bestiame) e installazione di un abbeveratoio all’esterno dell’area protetta. L’amministrazione comunale effettuerà autonomamente dei lavori preliminari per migliorare lo stagno, estendendo i cumuli di terra intorno ad esso e lasciando allo stagno un aspetto più integrato e naturale. Si può pensare a una piantumazione di specie interessanti ai margini, anche se si prevede una rigenerazione naturale molto interessante dello stagno solo delimitando l’accesso al bestiame, dato che si trova in un’area in cui l’acqua scorre e c’è vegetazione.
– Installazione di gabbioni di pietra, all’interno dell’area protetta, in tre punti in cui scorre l’acqua, creando piccole vasche d’acqua simili a fontane e proteggendone i lati.




